(Vom) Solitamente, appena sento parlare di one-man-band metto mano al fucile. Tutti al giorno d’oggi si sentono in diritto di ammorbarci con i loro minimalismi lo-fi, senza ricordarsi di un adagio che bisognerebbe tatuare a fuoco sulla fronte di ogni aspirante Woody Guthrie: c’è chi può, e chi fa schifo! Detto questo, il motivo per cui non ho sciolto nell’acido “Bandolero mexicano” è lo humor del quale è intriso. Chuck Violence è un brasiliano che, fingendosi messicano, ci regala 4 gradevolissime canzoni in cui mescola r’n’r, il country e la musica tradizionale del paese di Pancho Villa. Gli stereotipi messicani ci sono tutti, un po’ come nei cartoni di Speedy Gonzales, ed è questo a rendermelo simpatico. Voce, chitarra e una manciata di “Ay, ay, ay, arribaaaaa!”. Il buon Chuck, oltre a non avere la pretesa di essere l’ennesimo serioso menestrello a bassa fedeltà, ha la capacità di scrivere delle melodie che si prestano ad essere fischiettate. Indossate il vostro sombrero migliore, sellate il cavallo e dirigetevi verso il tramonto. “Conceiciòn Guadalajara” vi aspetta.

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Chuck Violence

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