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Go Go!

Finalmente in Italia i leggendari RUBINOOS!! Per gli appassionati del pop americano degli anni ’70 e del rock’n'roll tutto, uno dei nomi più importanti di sempre! Formatisi all’inizio degli anni ‘70, il gruppo registra diversi album e una manciata di singoli che s’impongono nelle ‘charts’ americane (tra i più noti. ‘I Think We’re Alone Now ‘e ‘Hurts Too Much‘). Le loro armonie sapienti e l’eccezionale talento compositivo di Tommy Dunbar (chitarrista) e Jon Rubin (cantante), portarono il gruppo ad una popolarità vastissima in tutti gli States! La loro più grande hit, quella “I Wanna be Your Boyfriend” suonatissima nei DJ-set rock in tutto il mondo, è stata recentemente motivo di un contenzioso con Avril Lavigne, denunciata di plagio per la sua altrettanto popolare hit “Girlfriend”. Altro loro grande successo è “Revenge of the Nerds”, scritto e registrato per l’omonimo film-culto (in italiano: “La Rivincita dei Nerds”).
Dopo una carriera quarantennale (fatta anche di diversi cambiamenti alla line-up e scioglimenti, ma mai passata lontano dai palchi), i RUBINOOS sono pronti a sbarcare per la prima volta in Italia, a seguito del loro nuovo album (il primo in 10 anni!), “Automatic Toaster”, pubblicato in Spagna dalla Wild Punk Records.
Un sogno che si avvera per tutti i loro fan italiani, ma anche per quelli di Elvis Costello & The Attractions, Knack, Raspberries o Ramones!

Ecco tutte le date del tour Italiano:

Giovedì 27 Maggio - Mads - Roma + Senzabenza
Venerdì 28 Maggio - Covo - Bologna + Tunas
Sabato 29 Maggio - Onirica - Parma + Miss Chain & the Broken Heels
Domenica 30 Maggio - Titty Twister - Villadossola + Radio Days
Martedì 01 Giugno - Piazza del Bastione - La Spezia + Cute Lepers

www.myspace.com/rubinoos

Go Go!

qui sotto invece il report del nostro “inviato” Mattia Paolini, che i ha seguiti in occasione del loro primo tour spagnolo dell’anno scorso..

Poco più di un anno fa, i Rubinoos fecero un piccolo tour della Spagna. Decisi di andare, e qualche settimana dopo, senza un vero e proprio motivo, scrissi un report della mia gita in Spagna per vedere i Rubinoos. poche settimane, ed i miei eroi saranno in italia per qualche data. Se leggendo questo report qualcuno vincerà l’indecisione e li andrà a vedere, sappia che non farà un favore che a se stesso. buona lettura.

Ebbene si, finalmente un bollettino nella mia bacheca di myspace che mi riempie di quel raro gaudio, e sento di nuovo la stessa sensazione che il caro amico Frabbo dei Tunas apostrofò col nome di “chiamata alle armi” quando mi informò di una data italiana di Alex Chilton, occasione che in quanto a solennità era solo di poco in testa a quella che il suddetto bollettino mi andava ad illustrare: i Rubinoos in tour in Spagna! Non perdo tempo e tecnologia alla mano informo istantaneamente chi come me non gira mai in macchina senza almeno tre dischi dei rubini, e anche chi come me sente di fare un torto al Party quando non riesce ad onorarlo come si deve. Beh, questa volta la situazione ha tutta l’aria di essere di quelle toste! Conscio del fatto che tanto è l’inchiostro versato per osannare e riverire i Rubinoos, non mi dilungo in smancerie perchè sono pur sempre un Womo con la W maiuscola; sappia chi legge che per quanto mi riguarda, se i Rubinoos suonano in Europa, sono molti i punti rock che si perdono se ci si lascia sfuggire l’occasione.

Malgrado i miei sforzi di costituire una degna e più pasciuta spedizione, saremo soltanto in quattro a partire, monsieur Marco Garvaldi, che annovereremo nella categoria di quelli per cui i Rubinoos sono una buona band ma il Party è il Party e la Spagna è un territorio perfetto per metterlo in atto; Miss Bronzo, consorte del Garavaldi nonchè pluridecorata soldatessa della Squadra Delta, anch’essa appartenente alla fazione più moderata dei fans dei Rubinoos, ma altrettanto ansiosa di sfoderare le sue mosse migliori; mentre dalla lugubre Hostilia, è l’inseparabile compagno d’avventure Cvletto ad accompagnare il Vostro.

C’è poco più di un mese per prepararsi al meglio, ha piovuto tutto l’inverno e quando non era la pioggia era la nebbia ad ancorarci al nostro territorio a senso unico; i fine settimana si susseguivano senza un motivo e sembravano passati millenni dall’ultimo giorni di sole. Almeno per me e Cvletto, sta cosa dei Rubinoos era diventata in tutto e per tutto una ragione di vita! che pezzi suoneranno? ma faranno Arcade Queen? ma te lo immagini vecchio mio quando li VEDREMO?! Erano queste le cose che ci ripetevamo di continuo.

E’ monsieur Garavaldi a suggerirci l’ostello che ci ospiterà, scegliamo la data del sabato 7 febbraio a Madrid, così non dobbiamo scombussolare i nostri rispettivi calendari dato che così facendo riusciamo a fare una toccata e fuga e a non sottrarci ai nostri amati lavori. Si parte dunque, ed è alle 3 del mattino del sabato che il vostro lascia la propria dimora per recarsi ad incontrare i compari, ed insieme partire da Bergamo alla volta di Madrid. Poco da dire sul viaggio, un paio d’orette scarse? insomma arriviamo, è mattina a Madrid, questo vuol dire che abbiamo un intero pomeriggio per distrarci. L’ostello è di quelli forti, è al Catz Hostel che decidiamo di affidare le nostre carcasse quando si tratterà di rifocillarle dopo quella che, ne siamo già certi, sarà una gran serata. L’ostello si avvale di una tecnologia che renderà dinamica e gradita la nostra permanenza, un braccialetto magnetico ci viene dato all’arrivo e questo servirà da chiave per l’ingresso, la camera e per l’armadietto personale all’interno della stessa. Raggiunta la mia camera, non ho occasione di sperimentare l’effettiva efficacia del bracciale, mentre lo sto avvicinando alla serratura infatti, la porta si apre ed è con un sonoro Yes! che approvo subito il comitato di benvenuto: due signore zinne appena coperte da un asciugamano, appartenenti ad una ragazza carina che si recava a nettarsi, mille volte yes!

Dopo un pranzo in un fast food è a qualche negozio di dischi che dedichiamo il nostro tempo, ne facciamo un paio, ben forniti, ma non proprio economici. Riesco comunque a portarmi a casa il primo Burrito Bros e International Submarine band, (…doveva esserci in giro il fantasma di Gram Parsons quel giorno a Madrid) ma è Miss Bronzo che in quanto a stile non si batte: riesce a scovare il disco di tali Fat Boys, il becero trio rap che collaborò coi Beach Boys per una grottesca reinterpretazione del classico Wipe Out. E’ la copertina a conquistarla, lo fa suo. Il pomeriggio fila dunque liscio, facciamo diversi bar, ci dividiamo verso l’ora degli aperitivi, ci diamo appuntamento all’ostello, ah no, davanti al tal negozio, insomma, ce la facciamo a smaronare, tanto per cambiare, ma niente di grave, ciò che più temo, ossia di perdere per un qualsiasi motivo il concerto, sembra non profilarsi all’orizzonte.

E’ fatta. E’ sera. Usciamo verso le nove, il locale è ad un km e mezzo dall’ostello, è presto per uscire, specialmente in Spagna, ma io sono un fan, e suonano i miei idoli, sono alle stelle!
Arrivati all’indirizzo, nulla lascia pensare ad un concerto, tanto più che sembra non esserci nessun locale! Percorriamo la via, ne arriviamo alla fine, torniamo indietro, chiediamo ad un pugno di gente davanti ad una porta, sanno del concerto, sono li per quello e ci siamo davanti, al locale: un’anonima porta nera e nessuna insegna, ecco il Wurlitzer Ballroom. Aspettiamo e pian piano la fila si rimpingua, ma sinceramente mi aspettavo più enfasi. Forse siamo noi che siamo in anticipo, sta di fatto che compriamo il biglietto ed entriamo. Il posto è bello, abbastanza grande ma comunque un club, il palco, alto mezzo metro, è alla fine del corridoio che costituisce il locale, il cui bancone lo fiancheggia alla sinistra per un buoni due terzi. Il clima è già buono, dallo stereo escono Artful Dodger, Pezband, ordino una birra, mi rilasso e penso “ce l’ho fatta”!! Guardo il palco e non mi sembra vero.

Sono i Suzy e los quatro ad occuparsi di stendere il tappeto rosso ai miei eroi, e trovo che sia positivo almeno per un motivo: non sono prettamente power pop, sono tirati, un po’ pop punk, e insomma, non sono per nulla simili ai Rubinoos, il che conferisce dinamismo alla serata; fanno un buon gig, riscaldando la serata. Gironzolo dal palco al bar, conosco un po’ di gente che mi ferma per via della mia maglietta del Big Star, confondendola con quella della band, non sapendo che è invece quella di un bar. Non gli spiego che nel cuore mio e di chi la porta è insieme la maglia di una grande band e di un grande bar! Prendo e accetto i complimenti, conosco un tipo di power pop action che mi regala una spilla quando gli dico che sono venuto dall’Italia e l’ora si avvicina.

Sono davanti al palco già quando suzy e los quatro lasciano lo stage, con macchina fotografica in mano che squadro la porta dei camerini, il primo ad uscire è Al Chan, il bassista che accompagna i Rubinoos dal terzo disco, quello mai uscito all’epoca, quello più bello per tutti. Mi sorprendo a fotografarlo mentre aiuta i tecnici del palco e fotografa a sua volta il pubblico e faccio appena in tempo a rendermi conto di cosa sto facendo che guardo il Gara, che vedendomi giustamente sorride di me. Ed eccoli, nel giro di una decina di minuti arrivano tutti sul palco, i veri rubini, ossia Jon, Tommy e Al, accompagnati da una piacente signorina alle tastiere e da un batterista il cui viso non mi dice niente. Ma la vera band sono loro tre, sono loro i Rubinoos, e sono loro tre infatti ad attaccare, non ancora gli strumenti in mano, ma si sa, almeno nelle primissime battute a loro non servono: i più attenti sanno che è con un pezzo acapella che sono usi ad iniziare i loro gigs, ed così è anche stavolta. E questo basta a tutti i presenti per capire che sono al posto giusto al momento giusto. Imbracciano gli strumenti, Jon presenta il gruppo, ed attaccano proprio con Arcade Queen! E’ forse perchè mi piace così tanto che ero convinto che la omettessero? Invece eccola, sparata, davanti a me, sembra di ascoltarla dal disco tanto sono in forma, non posso chiedere di meglio, il suono è perfetto e lo sono anche loro. Una band in una forma che richiede tra le tante cose una dose immane di fortuna, voglio dire, dannazione, da quanto suonano insieme?! Si divertono, e mi sovviene di nuovo l’immagine che spesso fa capolino nella mia testa mentre ascolto i loro dischi: jon e tommy, entrambi teenagers, a passare il pomeriggio insieme, tra coretti, accordi, vecchi dischi, bell boots e t-shirts col colletto…. chi ha la fortuna di trovarsi ancora bene a suonare con gente che frequenta dai tempi del liceo?! E’ una fortuna che spesso mi ha fatto riflettere, e se da una parte mi dispiace come a tutti che i Rubinoos non abbiano raccolto i frutti che meritavano dalla loro carriera, sono contento di non aver visto il music biz o i più comuni fatti della vita intaccare la coesione e l’innocenza che ancora, all’età dei miei genitori, essi riescono a mettere davanti ad un pubblico come se per loro fosse la cosa più normale al mondo. E credetemi, lo è. Le hits arrivano tutte quante, ed anche materiale dai dischi più recenti, materiale che porta ancora con se una classe incredibile e rara. E’ uno Show, con siparietti, la cover di Sugar Sugar come nel live del cofanetto, insomma, la ricetta non è cambiata di una virgola. Sono dei mostri, piano piano arrivano anche ballads come “driving music”, i classici come “i think we are alone” e “rnr is dead”, introducono “iwbyb” specificando che “this song has nothin to do with avril lavigne”, e ancora penso a loro, ventenni, abitanti mancati di Riverdale. E se si chiudono gli occhi, sembra davvero di trovarsi davanti a dei teenagers: la voce di Jon è ancora sorprendentemente identica. Dopo circa un’oretta e mezza i nostri lasciano il palco, ritornano per il bis, durante il quale tommy rompe ad una ad una le corde della chitarra, tanto per informarci che per stasera ne abbiamo avuto abbastanza. E’ l’ora. Devo assolutamente scambiare due parole con loro, almeno una foto, che cazzo! Non c’è bisogno di aspettare molto, eccoli che escono dai camerini, si intuisce che passeranno un po’ di tempo nel locale, mi rilasso e aspetto il mio turno, ma quando me li trovo davanti, scopro addirittura che non sarà il tempo che mi mancherà: appena sanno che sono venuto dall’Italia per vederli sono loro a voler parlare con me, a scattare foto con me, a presentarmi al resto della band e ad essere lusingati. Non da me, ma certo, ma dai bei momenti che l’essere parte di una band così bella e longeva ancora fa vivere loro. E qui concludo, d’altra parte, a chi interessa sapere cosa abbiamo combinato al ritorno io e Cvletto in una camera in cui eravamo gli unici maschi su dieci posti letto? E a chi interessa invece che i coniugi Garavaldi si siano trovati in una camera in cui erano tutti ubriachi con tanto di vomito qua e la? Beh, a chi interessa rispondo che potevano venire con noi a vedere i Rubinoos.

Sono andato a vedere i Rubinoos, e adesso mi mancano i Cheap Trick. Questo vuol dire, che con un po’ di fortuna, un giorno scriverò un altro cazzo di report.

augh!

Rieccoci ai giorni nostri, nel frattempo ho davvero visto i Cheap Trick (in California, ahimè con Poison e Def Leppard), ed Alex Chilton ci ha lasciati tutti quanti alle consuete faccenducole da sbrigare. Tra le quali, sia chiaro, presenziare alle date italiane dei Rubinoos!

Mattia Paolini

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