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(Vom) Incredibile. Tempo di aprire il pacchetto, estrarre il cd ed i fogli che lo accompagnavano, che avevo già perso la lettera di presentazione. Ricordo solo di avere intravisto un piccolo elenco dei loro lumi tutelari, di cui ricordo un Johnny Thunder, ovviamente scritto con la H nella posizione sbagliato. Classic.
Cagliaritani in giro da ormai da parecchi anni ma che, a giudicare dal sangue elettrico che scorre tra le trame di ogni brano, potrebbero provenire anche da New York o Cleveland. Sono esseri visibilmente consumati dai watt e non hanno impiegato molto ad intrappolarmi nella loro rete. Hard-punk che per una volta non significa Scandinavia ed esclusiva devozione agli MC5. C’è quello, certo, con l’aggiunta però di un incessante lavorio chitarristico alla Sonic’s Rendezvous Band e gustosi rimandi alla third generation nation dei Dead Boys. Se siete in cerca di riferimenti più vicini ai giorni nostri, pensate ai Black Halos o ai Gaza Strippers. “Mind the pain”, la traccia che dà il nome all’album, avrebbe fatto bella figura anche nel capolavoro dei Demolition 23 e questo è per me il miglior complimento possa far loro. A seguire trovate addirittura una “One more drink” che ai più avveduti ricorderà i Nomads. Che volete di più? Un ottimo disco,senza facili concessioni alla melodia e con un tiro invidiabile. Puntate su di loro ad occhi chiusi.
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