• 21
  • Giu

(Vom) La sifilide, la meningite e l’entusiasmo hanno una cosa in comune: sono contagiosi. Non preoccupatevi, però, perché gli Antares sono semplici portatori (in)sani di euforia. Nessun pericolo di morte, quindi, a meno che l’ascolto di “Start your engines” non faccia sorgere in voi l’irrefrenabile desiderio di schiantarvi contro una cisterna di gas infiammabile oppure, nella foga dell’headbanging, la testa non vi si stacchi dal collo. A mio cuggino una volta è successo.

Antares, costellazione dello Scorpione. Tre Cavalieri dello Zodiaco con armature forgiate con il metallo più nobile, una lega indistruttibile nata dalla fusione di vari derivati di un elemento chiamato Rogheròl.

PY, guerriero lungocrinito, forse fratello di Andromeda ma decisamente meno effemminato: stordisce con l’ausilio di riff bollenti e assoli che radono al suolo la Scandinavia. Testimoni giurano che dal vivo sia una forza della natura, chitarra a tracolla e una voce che evoca lo spirito di Bon Scottt.

Tom, un Ariete che frantuma rocce senza sosta. Se in lontananza inizierete ad udire un “tupa tupa tupa”, mettetevi al sicuro, perché il vostro culo è in pericolo.

Lorens, bardo che con il suo basso e con i cori sostiene ed aumenta la forza d’attacco del terzetto . Talvolta sfodera dalla bisaccia un’armonica probabilmente appartenuta a Howlin’ Wolf.

Il disco termina con un’invocazione allo “Spirit of the night” ed io riesco a liberarmi dall’incantesimo che mi ha fatto sparare cazzate per un numero esagerato di righe. Gli Antares sono italianissimi e con questo disco dimostrano che l’amore smoderato per la musica porta a frutti prelibati. “Start your engine” è una delle migliori cose capitate all’hard rock (ma potrei dire anche punk rock, hardcore, blues e così via) in questi ultimi anni. “So what (‘bout our r’n’roll)?” è il brano che preferisco: hard-boogie come solo The Illuminati riuscivano a fare. Badate bene: non c’è un solo momento in cui la tensione cala o il ritmo si spezza e, credetemi, è cosa rara di questi giorni. Dieci tracce che grondano sano divertimento cazzone. D’altronde sono loro stessi a parlare di “hard cock blues”.

NOTA BENE: l’acquisto è necessario anche solo per la spassosa citazione degli Stray Cats in copertina!

Contatti:

www.myspace.com/antarespeedrock

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