Archive for Settembre, 2012

:: RADIO BAM! :: Episode 137 :: Tuesday 25 Sep. ::

Venerdì, Settembre 28th, 2012

RADIO BAM! 6th season!
Every tuesday night 9pm - 10pm on Radio Onda D’urto99.600 Mhz / 99.700 Mhz / Streaming

Playlist 25/09/12 - “John T. Playlist”
Guest on the phone: JC Atom from Devil’s Den Pub and Squid Omelet

Download Mp3 Podcast - Itunes

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Younger Lovers - Hump Lights (Rhino CD)
Hunx and his Punx - You Don’t Like Rock’n'Roll (1234 Go CD)
Gentlemen Jesse - Connection (Burger Tape)
Bobbyteens - No Time (CD)
Personal & the Pizzas - Pepperoni Eyes (Bachelor LP)
Nikki Corvette & the Stingrays - Crazy about my baby (CD)
Okmoniks - Hise & Seek (CD)
Atomsmashers - Drop the Bomb (Rip Off CD)
Kepi Ghoulie - Have your way with me (CD)
Mr. T Experience - I don’t need you (Lookout! CD)
Head - I’m not like everybody else (Evil Clown LP)
Jack Oblivian - Rat City (CD)
Jay Reatard - D.O.A. (CD)
Queers - Feeling Groovy (Lookout! LP)
Oh Sees - The Dream (In the Red CD)

⁂FULk∆NELLI⁂

Martedì, Settembre 25th, 2012

La riuscita di un’opera passa anche attraverso la sua adattabilità alla contingenza, la capacità mimetica di accompagnare gli sbalzi d’umore dell’ascoltatore. Ci sono composizioni che rimangono strettamente circoscritte ad una determinata area emotiva ed altre che fungono da stampelle o amplificatori. Il parto dei FULk∆NELLI si posiziona a metà strada, saldo nel disegnare scenografie fosche ed inquiete, ma con nette oscillazioni free form che lasciano libera interpretazione e respiro, dando ossigeno alle nostre allucinazioni.
L’ardito progetto di Paolo Mongardi (Jennifer Gentle, ZEUS!, il Genio, Ronin, Fuzz Orchestra) e Kristian Helio Naldi ben si adatta al lato oscuro delle stagioni, colmo com’è di afa, incendi e gelo. Opera in 3 copiosi atti, un fluire armonico di “physika percussion mit mysthika khord” dal quale è possibile scorgere una visione verso cui l’improvvisazione tende, anche nei suoi indugi noise o nelle fasi da allarme rosso (attorno al quinto minuto di Kompasso). Un ascolto poco indicato alle vostre sedute di meditazione tantrica, ma fortemente consigliato a chi crede che oggigiorno la sperimentazione strumentale in ambito jazz/rock debba sempre passare per l’Africa. FULk∆NELLI dimostra che no, non è necessariamente vero.

Per aspera sic itur ad astra.

Per quanto riguarda la futura reperibilità, riporto quel che c’è scritto nel press kit:
“Lʼalba di questo cimento sorge grazie ad uno split-tape diviso col sassofonista russo Belokurov VS Marziano (Hiroshima Rocks Around), prodotto da Lemming Records/Hysm? e splenderà nuovamente in una serie limitata di 100 esemplari in acciaio puro contenenti altrettanti CDR in pura plastica nera, questa volta per mano di Lemming Rec, OFFSET Rec, Blinde Proteus Rec.

https://www.facebook.com/fulkanellix

https://www.facebook.com/lemmingrecords

http://www.off-set.org/sito/home.php

http://www.blindeproteus.com/

Radio BAM! 137

Lunedì, Settembre 24th, 2012

< ![CDATA[ John T. Playlist ]]>

:: RADIO BAM! :: Episode 136 :: Tuesday 18 Sep. ::

Mercoledì, Settembre 19th, 2012

RADIO BAM! 6th season!
Every tuesday night 9pm - 10pm on Radio Onda D’urto
99.600 Mhz / 99.700 Mhz / Streaming

Playlist 18/09/12 - “Sixth!!”

Download Mp3 Podcast - Itunes

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Reigning Sound - Shaw (Scion Download)
Juvie - Chuga Bang Bang (Surfin’ Ki 7”)
Golden Boys - California (preview! Alien Snatch LP)
Deliverance Brothers - Stab You in the back (Radio Obligato 7”)
Ramones - Chinese Rock (CD)
Manges - Uncle Walt (Otis 7”)
Sensibles - Open Book (D.I.Y. 7”)
Mr. T Experience - …and i will be with you (Lookout! CD)
Kepi Ghoulie - Sleepy Hollow (Surfin’ Ki 7”)
Haints - Hair of Gold (and skin of blue) (CD)
Midwest Beat - Franz The Roadmaster (Preview!! Wild Honey LP)
Langhorne Slim - Salvation (CD)

Radio BAM! 136

Lunedì, Settembre 17th, 2012

< ![CDATA[ Sixth! ]]>

Intervista a VIC BONDI (Articles Of Faith, Jones Very, Alloy, ecc.)

Venerdì, Settembre 14th, 2012

I nomi ed i loghi più ricorrenti nell’ambito dello stardom hardcore sono sempre quelli. Guardatevi braccia, pancia o glutei. Il 90% di voi è probabile li abbia impressi indelebilmente. Senza ombra di dubbio però non si troverà il mirino scentrato che vedete qua sotto.


Curioso come uno dei più genuinamente polemici personaggi della prima ondata hardcore, in possesso di armi e talenti meritevoli di ben più alti riconoscimenti, passi spesso in secondo piano negli annales musicali. Vic Bondi è stato infatti sorgente vitale da cui sono scaturiti gruppi potenzialmente seminali quali Articles Of Faith, Jones Very, Alloy, emanazioni dirette dei padri putativi dell’hardcore statunitense, ma capaci di rimodellare la forma del genere inglobando elementi topici del rock americano. In maniera del tutto ideale, la traiettoria di Vic è arrivata anche a lambire la tradizione folklorica del cantore solitario, anima del tutto smascherata nel suo album solista, per poi tornare alla vecchia fiamma punk con gli iperpolitici Report Suspicious Activity.
Personalità quindi poco sedentaria – figlia forse della vita nomade impostagli dalla famiglia fino all’età di 18 anni – e, da quanto si evince da interviste rilasciate a magazines o documentaristi, non accomodante.

Questa chiacchierata, svoltasi quasi 2 anni orsono, tocca alcuni temi personali e altri che ineriscono perlopiù al solo periodo Articles Of Faith. Per contestualizzare, immaginatevi il figlio di un militare, sballottato da una base all’altra, che ad un certo punto entra in contatto con la realtà punk/hardcore in quel di Chicago verso la fine degli anni 70. 
Mia intenzione era toccare anche le ere successive, a me particolarmente care, fino ad arrivare al ruolo importante che Vic ha avuto in qualità di ingegnere presso la Microsoft. Tutto ciò non è stato possibile, poiché 1) il nostro caro compaesano ad un certo punto si è eclissato e con lui anche il suo sito personale; 2) l’idea di pubblicare Bam! #8, sul quale avrebbe trovato alloggio questa intervista, ha subito contraccolpi a causa di vite che prendevano strade inaspettate.
Vista la portata universale delle parole di Vic, l’ho finalmente tradotta per sottoporla all’attenzione di chi sa di chi stiamo parlando o semplicemente è curioso di sapere.

Per una più completa esperienza, ho approntanto una mia personale antologia di brani che potrete scaricare cliccando sul LOGO ad inizio articolo. Sono alcuni dei miei preferiti, pescati qua e là da quasi tutte le incarnazioni musicali di Vic. La qualità è altalenante perché per condividerli con voi ho dovuto attingere da diverse fonti su internet.

Buon tutto.

 

La recente (all’epoca N.d.Vom) notizia della reunion  degli A.O.F. è giocoforza l’argomento da trattare per primo. Puoi dirmi qualcosa a riguardo e svelarci se sarà un ritorno touch & go o se per caso avete intenzioni “serie”, con tanto di tour e nuove releases annesse?

Per adesso ci saranno solo due show al Riot Fest e l’e.p. “New Normal Catastrophe” per Alternative Tentacles. Non abbiamo ulteriori piani, ma chissà. Il motivo della reunion è presto detto: Mike della Riot Fest ci ha chiesto di suonare e, adorando tutti noi quel festival, abbiamo accettato volentieri. Dopo una serie di prove per preparare i live, ci siamo accorti che le cose tra noi andavano così bene che abbiamo deciso di pubblicare il 12”. Credo che se qualcuno ci facesse un’offerta allettante potremmo anche valutare di proseguire. Senza dubbio ci piacerebbe fare un tour in Europa… Per ora, comunque, non abbiamo pianificato nulla. (ed infatti tutto è finito lì N.d.Vom)

Ora riavvogliamo il nastro tornando agli inizi. Sono passate tre decadi durante le quali hai, con una certa costanza, trovato la forza di scagliarti contro  lo status quo e le mostruosità dei Governi in carica, dall’era reaganiana fino all’impero dei Bush. Dando per assodato che dai vostri esordi ad oggi le cose non paiono granché migliorate, ti chiedo quali sono le motivazioni dietro alle quali continui a dare fiducia ad un veicolo come la musica?

Il motivo per cui ho formato i Report Suspicious Activity e la ragione principale per cui gli AoF sono tornati assieme è che sento ci sia ancora un gran bisogno di dire la mia sulla situazione attuale, anche sotto la presidenza Obama. La musica a suo tempo riuscì a penetrare nella mia situazione famigliare conservatrice, mostrandomi la via della coscienza politica. Quindi, considerando quanto le cose stiano andando male, ha perfettamente senso che io trovi la voglia di aprire quella stessa porta ad altri potenziali ascoltatori. Sto ancora lottando, ci vorranno generazioni per ottenere cambiamenti, ma credo ancora in un mondo fondato sulla ragione e la pace. Forse è il mondo che erediterà mia figlia, o forse ci vorranno lei, i miei nipoti ed i figli dei miei nipoti prima di arrivarci… ma sono certo che un giorno o l’altro accadrà.

Diversamente da molti altri tuoi “colleghi” so che hai sempre spaziato molto tra i generi e che uno dei tuoi grandi amori è il soul. Credi ci siano punti di contatto, dal punto di vista ideologico, tra musiche formalmente lontane come il soul o il blues e l’hardcore?

Certamente. Innanzi tutto, è assolutamente vero quel dici, ovvero che non mi è mai piaciuto un solo genere. Anche durante il periodo A.o.F. eravamo soliti ascoltare un sacco di roba differente quando eravamo in van. Molto country, hip hop, soul, addirittura jazz. La vitalità umana e l’esistenza stessa hanno così tante sfaccettature e differenti modi d’espressione che, davvero, perché mai dovresti limitarti focalizzandoti solo su una di esse? Ultimamente ad esempio sono piuttosto in fissa proprio con il blues. E’ una vecchia e sempre valida tradizione: canzoni scritte da gente che ha esternato la contrarietà nei confronti della propria solitudine e tristezza, e spesso contro l’oppressione. Molti hanno cantato queste canzoni, in una miriade di stili differenti… ed io sono ancora qua ad ascoltarli, decenni dopo, in commossa adorazione.

Oggigiorno la canzone di protesta ritieni possieda ancora la dirompente carica primitiva del blues o del country delle origini, o pensi vi siano altri veicoli che l’abbiano in qualche modo messa in ombra?

Probabilmente i blog hanno superato, per impatto e facilità d’accesso, la protest song. Io stesso ne leggo parecchi di stampo prettamente politico; amo Driftglass e James Wolcott, che scrive anche per Vanity Fair. Mi piace la buona prosa, gli articoli politici ben fatti. La cosa fantastica di internet è che non dobbiamo per forza ascoltare gli intellettuali “ufficiali”, quelli sponsorizzati dalle grandi corporazioni. Stiamo assistendo alla nascita di nuove modalità d’espressione… genuina espressione del popolo. Questo non accade solo a sinistra, certo: online ci sono anche fascisti e reazionari. Ovviamente, però, scrivono da cani e abusano in maniera ridicola dei punti esclamativi, quindi non mi sogno neanche di leggerli. E per di più hanno imparato a manipolare l’opinione pubblica. Qua negli States ci sono corporazioni e gruppi di destra che pagano gente per postare idiozie fasciste sui blog politici. Tutti noi dobbiamo quindi stare sempre in allerta per scovare questi “fakers”.

Gail Butensky/Sony Pictures Classics

Ho letto del grande impatto che Clash e Bad Brains hanno avuto su di te. Potresti dirmi qual è stato il processo che da adolescente ti ha portato a contatto con il punk rock?

Essendo cresciuto in una base militare non ho mai ascoltato molta musica da bambino. Non appena divenni teenager e iniziai ad ascoltare rock, dovetti darmi da fare per recuperare il tempo perduto. Il grande rock dei 60’s era finito ed io stavo ancora cercando di scoprire chi fossero i Beatles, gli Stones o gli Who. Era una musica fortemente connessa ad un senso di movimento, comunità – il radicalismo dei sixties e le ribellioni contro l’autorità – ed io feci mio anche quell’aspetto. Era un vero e proprio desiderio di cercare nessi politico/sociali nella musica. Quindi, quando nel ’77 arrivò il punk, mi sembrò sin da subito ciò che faceva per me. Poteva essere la MIA musica ed il MIO movimento. Quando arrivò negli States pian piano mutò, cambiò forma, e così fu l’hardcore a divenire letteralmente il nostro stile, la nostra scena. Per questo motivo era facile per noi passare dai Clash ai Bad Brains: fu un’evoluzione naturale.

In qualità di potenziale padre di una buona fetta di tuoi nuovi ascoltatori, quale credi possa essere la percezione che “le giovani leve” hanno leggendo le vostre gesta dell’epoca o guardando documentari su una scena per mille motivi lontana anni luce da loro?

Oggigiorno è facile che i giovani misinterpretino buona parte di noi che all’epoca eravamo attivi in quel movimento. Quando guardano documentari come American Hardcore ci vedono come un manipolo di vecchi brontoloni che si lamentano del fatto che la musica contemporanea non sia valida quanto quella dei nostri tempi. Ma in verità quello che cerchiamo di dire è che si ha una sola chance di lasciare il proprio segno nella storia della musica e una sola chance, forse, per aggiornare e rinfrescare una lunghissima tradizione di resistenza all’autorità. Se ti limiti ad imitare gli stili ed i gesti ribelli del passato, non farai mai tuo quel movimento, e la causa non farà passi avanti. Dunque uscite allo scoperto, sporcatevi le mani e combattete. Questo è il vero significato di punk rock.

In ultimo lascio la domanda con venature gossip: perché gli Articles Of Faith si sono sciolti ancor prima di pubblicare “In This Life”?

Sono sincero, non ne ricordo il motivo. Avevo già deciso di lasciare la band quando registrammo. Al tempo non stavamo andando in nessuna direzione come band. Io volevo laurearmi. Non ricordo le circostanze che hanno causato un tale ritardo nella pubblicazione del disco; per lo meno adesso è fuori e, chissà, ci sarà gente che lo ascolterà anche tra qualche decade.

Se sopravviverò, sarò uno di quelli. Ciao e grazie, Vic.

 

 

I don’t need no credit rating
Mass production market slaving
I won’t spend my life behaving
To the monopolies

“What we want is free” 1982